Storia

L'originale bicicletta Graziella è stata ideata nel 1963 da Rinaldo Donzelli, artista e designer (1921-1984). La primissima serie del 1964, prodotta inizialmente col brand Bottecchia dall'azienda Carnielli di Vittorio Veneto (TV) conquistò subito per la sua praticità. Robusta, pieghevole ed unica, la Graziella poteva essere comodamente riposta nel portabagagli di un'utilitaria dell'epoca, occupando appena lo spazio di 75x60x30 cm, per un peso complessivo di 16 kg.

Una fortunata campagna pubblicitaria che utilizzava l'immagine dell'attrice Brigitte Bardot, indicava la Graziella come “La Rolls Royce di Brigitte Bardot” mentre persino l'artista Salvador Dalì subì il fascino di questo innovativo mezzo ed era solito trasportare le sue opere con la sua inseparabile Graziella.

Nel 1971 il progetto originale, nato con ruote da 16", fu aggiornato, con ruote più grandi, da 20" e infine da 22" nell'ultima serie. Furono realizzate delle versioni da bambino, con ruote da 10" e 12". Le Graziella erano tutte a rapporto fisso, ma fu realizzata una versione a tre rapporti (interni al mozzo posteriore). Esisteva anche una versione tandem e persino due versioni cross. Per foto e storia della Graziella si veda il sito Mitica Graziella.

Il mezzo

Tante aziende, in Italia e all'estero, hanno riproposto negli anni lo schema della pieghevole di Donzelli. Quella utilizzata per queste imprese estreme è una graziella moderna, realizzata dalla storica azienda Dino, che dal 1920 realizza biciclette da bambino e da adulto. La mia prima bici da bambino, sulla quale iniziai a pedalare, era proprio una piccola Dino bianca. La bici che ho scelto per questi adventours fa parte della serie Aurelia folding. Monta le classiche ruote da 20" x 1.75", rapporto unico 42/18, equivalente a un 39/22 di una tradizionale bici da corsa (sviluppo ±3.70m). Si tratta dunque di un rapporto estremamente leggero, adatto per le strade cittadine, anche con qualche leggera pendenza. Freni moderni V-Brake di ispirazione MTB, forcella a foderi dritti e luci a led a batteria, al posto della tradizionale (e faticosa) dinamo, completano il package. Il peso è sceso a 14.4 kg, circa 1 kg in meno della Graziella originale.

Limitazioni

Essendo un mezzo pensato per la città non è esattamente l'ideale per fare velocità in pianura, infatti per raggiungere i 25 km/h è necessario pedalare a una frequenza di circa 120 pedalate al minuto (due giri completi di pedaliera al secondo!!!) certamente non qualcosa alla portata di chiunque. In salita il peso e la posizione non aiutano, ma il rapporto è abbastanza leggero. Con un po' di allenamento si possono fare salite anche abbastanza ripide, in città. Le salite vere, però, sono ben altra cosa ed è necessario un fisico allenato. Non potendo sviluppare velocità importanti anche coprire lunghe distanze richiede un impegno estremo, in termini di tempo e di agilità di pedalata. La sella morbida dotata di molle, poi, non aiuta a pedalare ad alte frequenze, perché si tende a rimbalzare a ogni pedalata, disperdendo preziose energie.

Poiché è necessario potersi portare appresso liquidi (acqua o soluzioni saline) e considerato che la graziella non dispone di attacchi per la borraccia, si può inserire una di queste negli spazi del portapacchi posteriore. Luci e campanello meglio che restino al loro posto, possono sempre tornare utili. Per tenere sotto controllo calorie, pulsazioni e distanze, ho montato un cardiofrequenzimetro GPS Polar. Di fondamentale importanza curare la posizione in sella, cercando di replicare, nei limiti del mezzo, la posizione cui si è abituati con una bici tradizionale.

Altre Grazielle extreme

Ci sono diversi siti e filmati su YouTube di altri utilizzi impropri della Graziella, si va dalle scalate di importanti montagne alpine a vere e proprie gare di downhill, con una graziella modificata allo scopo. Esistono persino le Grazielliadi, eventi sportivi in sella a bici Graziella. Una panoramica del variegato mondo della graziella può essere vista sul sito di Bikeitalia.

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